Arcidiocesi Rossano - Cariati

L’arcidiocesi di Rossano-Cariati (in latino: Archidioecesis Rossanensis-Cariatensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2010 contava 135.000 battezzati su 137.500 abitanti.

L’arcidiocesi comprende 19 comuni della provincia di Cosenza. Sede arcivescovile è la città di Rossano, dove si trova la cattedrale di Maria Santissima Achiropita. A Cariati sorge la concattedrale di San Michele arcangelo. Il territorio è suddiviso in 53 parrocchie.


Cariati

Nel XIV secolo fu eretta la diocesi di Cariati. Il primo vescovo noto a portare il titolo di Cariati fu Nicola nel 1342, che era vescovo di Cerenzia. Successivamente la diocesi decadde e fu nuovamente eretta circa un secolo più tardi da papa Eugenio IV (1431-1447), unita aeque principaliter con la diocesi di Cerenzia. Essa era suffraganea dell’arcidiocesi di Santa Severina.

Il 27 giugno 1818 con la bolla De utiliori di papa Pio VII furono soppresse le diocesi di Cerenzia, di Strongoli e di Umbriatico e il loro territorio fu incorporato in quello della diocesi di Cariati, che rimase l’unica suffraganea di Santa Severina.

Il 6 gennaio 1952 con la bolla Romanis Pontificibus di papa Pio XII fu soppressa la provincia ecclesiastica di Santa Severina; Cariati divenne soggetta alla sede metropolitana di Reggio Calabria.

Il 4 aprile 1979 con la bolla Quo aptius di papa Giovanni Paolo II la diocesi di Cariati fu unita aeque principaliter all’arcidiocesi di Rossano. Con la stessa bolla Cariati cedette il territorio di sedici comuni all’arcidiocesi di Crotone.


Rossano

La diocesi di Rossano fu eretta in epoca antica. Il primo vescovo noto, Saturnino (nome di origine latina), risale all’ultimo scorcio del VII secolo. Il vescovo successivo è di origine greca: Cosma, menzionato nell’820. In epoca bizantina, Rossano era suffraganea dell’arcidiocesi di Reggio, come appare nella Notitia Episcopatuum redatta dall’imperatore bizantino Leone VI (886-912) e databile all’inizio del X secolo (verso 901-902).

Nel XII secolo incorporò i territori della soppressa diocesi di Thurio.

Nel 1460 la diocesi di Rossano fu elevata al rango di arcidiocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede. Secondo alcuni studiosi era invece sede metropolitana, ma era priva di sedi suffraganee, se Cariati ereditò da Cerenzia la soggezione all’arcidiocesi di Santa Severina. In ogni caso gli arcivescovi di Rossano rivendicarono nel XV secolo i diritti metropolitici sulla diocesi di Cariati.

Verso il 1481 l’arcidiocesi di Rossano fu una tra le ultime diocesi calabresi ad abbandonare il rito bizantino, che aveva adottato fin dal IX secolo.

In seguito al concordato fra la Santa Sede ed il regno delle Due Sicilie del 1818, Rossano fu mantenuta come sede arciepiscopale senza suffraganee. Successivamente, negli Annuari Pontifici appare come immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Il 20 ottobre 1860 l’arcivescovo di Rossano Pietro Cilento fu imprigionato per aver invitato a votare, tramite un telegramma, il clero e il popolo dell’arcidiocesi, il no al plebiscito di annessione al Regno di Sardegna. Fu scarcerato il 16 dicembre 1860, ma farà ritorno a Rossano solo nel 1867.


Rossano – Cariati

Il 30 settembre 1986 con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi le due sedi di Rossano e di Cariati, già unite aeque principaliter dal 1979 furono unite con la formula plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale, diventando suffraganea dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova.

Il 30 gennaio 2001 la diocesi è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano.

Quadro di Maria Achiropita, cattedrale di Rossano
Veduta della cupola della cattedrale di Cariati
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